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Stop allevamento visoni in Olanda, e in Italia?

Qualche settimana fa, in Olanda, la Corte d’Appello dell’Aia ha deciso di confermare il divieto di allevare visoni. Divieto peraltro già ratificato dal Parlamento olandese nel 2013. Questa sentenza era molto attesa dagli ambientalisti, giacché, in primo grado, il Tribunale aveva dato ragione agli allevatori (160 in totale), secondo cui i l’obbligo di chiudere le proprie attività stabilito dal Governo olandese non sarebbe stato adeguatamente compensato dal punto di vista economico.

Stop allevamento visoni in Olanda, e in Italia?

Ma è una vittoria a metà. Infatti, la chiusura definitiva di queste attività sarà solamente nel 2024. Lasciando così molti anni di tempo per iniziare a ridurre la propria produzione e convertire le aziende in altre attività. Si è dunque venuti incontro a chi basa il proprio reddito soprattutto o esclusivamente su questa attività.

Ad onor del vero, l’Olanda si è già mostrata più volte in passato molto attenta su questo tema. Nel 1995 ha infatti vietato l’allevamento, al fine di farci pellicce, di volpi, mentre nel 1997 quello di cincillà. Ma l’allevamento di visoni finora non era stato toccato e la produzione annuale è arrivata ad essere la quarta più importante del mondo; dopo Danimarca, Cina e Polonia.

Dall’Olanda viene oggi quasi un decimo della produzione mondiale e un quinto di quella europea: ben 5,5 milioni di pelli di visoni. Ciò dimostra che si è anteposto, in modo encomiabile, l’interesse per quelle povere bestiole al profitto economico.

L’Olanda si unisce così a Regno Unito, Austria, Bosnia, Slovenia e Croazia in materia di allevamenti di animalid a pelliccia.

E l’Italia? La produzione annuale è molto più bassa in confronto a quella olandese, ma parliamo pur sempre di 180.000 pelli annue e 20 allevamenti di visoni attivi. Si tratta di un comparto perlopiù a conduzione familiare. Ma è anche vero che l’Italia è anche il Paese europeo in cui l’opinione pubblica ha espresso il più largo appoggio a un simil divieto. Infatti, il 90% degli italiani è contro le pellicce e vuole fermare questa attività.

Del resto, basta saperne di più sulla vita che svolgono i visoni in allevamento intensivo per essere contrari a questa barbarie. Sono chiusi in gabbia senza avere la possibilità di toccare la terra con le zampe o immergersi nell’acqua, loro habitat naturale. Ancora, vivono così male da essere spinti alla disperazione, diventano aggressivi coi propri simili, al punto da ferirli o perfino ucciderli. Ma sono violenti anche con se stessi, arrivando ad auto-flagellarsi. Il tutto, in attesa della morte, che è sempre violenta, perché avviene mediante camere a gas, per non danneggiare laloro preziosa pelliccia.  Infine, l’ultimo supplizio post-mortem, vengono scuoiati per farne pellicce.

Sono ben tre le proposte di legge che chiedono un divieto come quello approvato in Olanda, ma sono tutte ferme alle Commissioni parlamentari di Agricoltura e Sanità. Sono più di 200.000 le firme presentate in diversi momenti a sostegno di queste proposte di legge da parte di Essere Animali. Molte anche le richieste da parte di politici membri delle Commissioni di iniziare a discuterle.

In attesa che qualcosa si muova, i visoni in Italia continuano a morire barbaramente. Si calcola che entro quest’anno ne saranno uccisi altri 180mila, per poi essere scuoiati. Non resta che sperare che sia l’ultimo massacro made in Italy.

Ultimo aggiornamento il 12 Luglio 2024 da Rossella Vignoli

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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