Tutto sulle coccinelle: alcune cose che forse non sapevi
Scopri il loro ciclo di vita, le caratteristiche e le curiosità
Si dice che le coccinelle portino fortuna. Sono colorate e per la simpatia che ispirano, vengono utilizzate in agricoltura biologica. Ma sono anche dei formidabili predatori, che emettono sostanze tossiche e flatulenti. Andiamo alla scoperta di alcune cose interessanti su questi insetti che non tutti sanno.
Sommario
- Coccinelle caratteristiche
- Quanti tipi di coccinelle ci sono?
- Coccinelle come antiparassitario, cosa mangiano?
- Coccinelle ciclo di vita
- Coccinelle curiosità
- Perché si dice che le coccinelle portano fortuna?
- Arlecchino vs Ladybird: coccinella europea minacciata da quella asiatica
- Qualche approfondimento tematico
Coccinelle caratteristiche
Le coccinelle sono degli insetti della stessa famiglia dei coleotteri. Si caratterizzano, mediamente, per una livrea colorata, che consente di tenere alla larga i predatori.
La corazza è costituita da una coppia di elitre, ovvero ali dure e maculate che proteggono completamente anche addome e torace a riposo.
Il corpo, di forma emisferica od ovoidale, è corredato da un capo piccolo ed antenne corte e clavate. L’apparato boccale è molto sofisticato e presentano 6 zampe articolate.
Sono proprio le zampe a costituire una delle principali armi di difesa dei coccinellidi.
Grazie ad un sistema, denominato reflex-bleeding, le coccinelle emettono dalle articolazioni un odore repellente.
Assieme al cattivo odore, viene rilasciato anche un liquido, innocuo per l’uomo, tossico per piccoli predatori come lucertole ed uccelli. Se non bastasse, le coccinelle si difendono ritraendo le zampe sotto le elitre, rendendone impossibile la cattura.
Quanti tipi di coccinelle ci sono?
Le varietà di questa tipologia di insetti presenti in tutto il mondo sono circa 6.000.
Coccinelle come antiparassitario, cosa mangiano?
Si nutrono normalmente di piante e funghi.
Alcune sono anche entomofaghe, ovvero ghiotte d’insetti. È questa specie che viene utilizzata nella lotta biologica, poiché spesso si cibano di afidi, cocciniglie, acari e cotonello degli agrumi.
Coccinelle ciclo di vita
Le uova vengono deposte in piccoli gruppi, a volte sui corpi delle prede. Tra le uova fertili vi sono anche degli esemplari non fertili, che fungono da nutrimento per le larve, i cui stadi di crescita sono 4.
Dopo la deposizione, le femmine tornano a cacciare ma rimangono nei dintorni. Perciò, se nel loro girovagare, tornano sul luogo in cui si trovano le uova, sono capaci di mangiarle.
Anche le larve sono cannibali. Queste ultime hanno un corpo allungato, maculato e a volte di colore scuro. Sono sprovviste di ali ma dotate spesso di tubercoli o placche sclerificate.
Lo stadio di pupa è uno solo. In questa fase, l’insetto assume la forma convessa, ma conserva i resti dell’esoscheletro della larva in muta, che funge spesso da strato protettivo.
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Coccinelle curiosità
Le coccinelle sono degli abili predatori. Sono particolarmente voraci, anche allo stadio larvale, e feconde. Infatti sono in grado di svolgere più di una volta durante il corso dell’anno.
Una delle caratteristiche più curiose dei coccinellidi è la loro capacità di adattarsi alle condizioni avverse.
Se necessario infatti, questi insetti possono cambiare il loro regime alimentare, diventando, di volta in volta, amanti di liquidi zuccherini, frutti, polline e di esemplari della stessa famiglia o specie.
Perché si dice che le coccinelle portano fortuna?
Cominciamo col dire che non in tutte le culture del mondo questo insetto viene vista sotto questa luce. Diciamo che la coccinella come portafortuna è un tratto specifico di molte culture europee.
Per esempio, nelle mitologie nordiche, la coccinella è legata alla dea della fertilità, Freyja in norreno.
In diversi paesi europei, questo animaletto è legato alla Madonna, che non a caso nel Medioevo veniva rappresentata spesso con una mantellina rossa.
I sette punti neri tipici della corazza della coccinella comune (Coccinella septempunctata), sarebbero un simbolo delle sette gioie e dei sette dolori della Vergine Maria. Non a caso in alcune zone la coccinella è stata nota con il nome di “coleottero della Madonna”.
Esistono comunque anche testimonianze di altre culture (es. ebraica) che assegnano alle coccinelle caratteristiche particolarmente propizie, a testimonianza del fatto che questi insetti hanno spesso solleticato la fantasia dei nostri progenitori.
Arlecchino vs Ladybird: coccinella europea minacciata da quella asiatica
Non è una sfida tra strane creature virtuali ma l’ultimo allarme lanciato dagli scienziati per denunciare il rischio estinzione della coccinella europea Septempunctata (ladybird in inglese è la coccinella), quella con sette puntini neri sul dorso rosso per intenderci, che negli ultimi anni sta diventando preda della ben più feroce cugina asiatica Harmonia Axyridis o ‘coccinella arlecchino’.
Complici i cambiamenti climatici, la globalizzazione e l’introduzione forzata di alcune specie esotiche di coleotteri nel continente europeo, il cannibalismo tra coccinelle rischia di mettere in serio pericolo l’equilibrio di interi eco-sistemi.
Perché la coccinella europea ha una grande utilità ecologica nella lotta biologica e trova impiego in agricoltura per la sua efficace azione distruttiva degli afidi e degli acari che infestano le piante soprattutto in tarda primavera.
Purtroppo è vulnerabile agli attacchi della cugina asiatica, particolarmente aggressiva, territoriale, veloce nel riprodursi e famelica.
La varietà arlecchino divora di tutto ciò che trova, comprese larve di farfalle, cocciniglie, afidi, acari, falene, polline bruchi, insetti e specie autoctone benefiche che si nutrono di parassiti delle piante e, all’occorrenza, diventa anche cannibale con le sue consimili autoctone dai sette puntini.
Come distinguerle
Distinguere la specie asiatica da quella nostrana è piuttosto facile:
- la prima è più grande
- sul dorso ha un numero di puntini variabile
- le ali spesso non sono rosse ma gialle o arancio
ed è proprio la colorazione variabile ad averle fatto conquistare il soprannome di “arlecchino”.
Come è arrivata in Europa la Ladybird
La coccinella arlecchino è stata importata a metà degli anni Novanta proprio per combattere i parassiti delle coltivazioni ma ha dimostrato di essere fin troppo ‘efficiente’ nel suo lavoro, incidendo sulla sopravvivenza di su un vasto numero di insetti e mettendo a rischio anche alcune colture.
Nei vitigni, ad esempio, la sua presenza può essere micidiale visto che in prossimità della vendemmia ama rifugiarsi all’interno dei grappoli più grossi e compatti dove rilascia una sostanza (l’emolinfa) dall’odore nauseabondo in grado di alterare fortemente il sapore del vino.
Gli scienziati, però, non hanno dubbi: come tutti gli insetti, anche la arlecchino ha un suo predatore specifico. Speriamo solo che lo trovino presto…
Qualche approfondimento tematico
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Ultimo aggiornamento il 14 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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