Tachicardia: quali sono le cause e come intervenire
La tachicardia è un battito cardiaco accelerato e può essere un segnale che il corpo invia per cause di natura organica o psicologica. Scopriamo di cosa si tratta e come intervenire.
La tachicardia (dal greco tachys, rapido e accelerato e cardia, cuore) consiste in un’accelerazione nella frequenza del battito cardiaco riconducibile a svariati fattori. Questo sintomo, relativamente diffuso, è normalmente presente quando ci si sottopone ad uno sforzo (fisico o psicologico) ma può destare allarme se compare in condizioni di riposo.
Sommario
Tipi di tachicardia
Quando si parla di accelerazione del battito cardiaco si può distinguere tra diversi tipi di tachicardia.
Ventricolare
Si tratta di un’aritmia contraddistinta da un aumento della frequenza cardiaca ventricolare. Facilmente riscontrata nei pazienti che soffrono di disturbi cardiaci, richiede opportuna attenzione per evitare che provochi rischiose conseguenze. Adottare uno stile di vita sano è un’ottima strategia di prevenzione.
Sinusale
Quest’aritmia prevede un aumento di frequenza e velocità del ritmo sinusale, ovvero la regione del nodo seno-atriale come la sede d’origine.
Si verifica piuttosto frequentemente e in genere non desta particolare allarme o preoccupazione. Tende a verificarsi a seguito di attività fisica o eventi con forte connotazione emotiva per cui fisiologicamente occorre una temporanea accelerazione del battito cardiaco.
Parossistica
Consiste in un aumento di frequenza e velocità del battito cardiaco che esordisce in modo brusco e inaspettato. Può presentarsi sia in soggetti sani, anche in età evolutiva, sia in pazienti affetti da disturbi cardiaci.
Viene avvertita come una forte palpitazione che può durare da pochi secondi ad alcune ore e in taluni casi anche giorni.
Quando accade
La tachicardia può presentarsi sia di notte che di giorno e riguardare bambini o anziani, soggetti sani oppure pazienti con problemi a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Tachicardia notturna
Le palpitazioni possono sopraggiungere anche nel sonno provocando generalmente il risveglio e una notevole preoccupazione. Sebbene il primo pensiero possa rivolgersi a condizioni patologiche, come aritmie o disturbi cardiaci, nella maggior parte dei casi si tratta di altro.
In assenza di ulteriori sintomi, quali dolore al petto e senso di oppressione, si può ipotizzare un’origine psicologica alla base. Un periodo di stress prolungato, ansia o attacchi di panico possono manifestarsi così di notte interrompendo il periodo di riposo.
Tachicardia in gravidanza
Durante la gravidanza si sperimentano numerose variazioni dei propri normali ritmi fisiologici. Oltre al respiro veloce e al senso di fatica e spossatezza, anche il battito del cuore può essere percepito con una maggiore frequenza. Ciò avviene per via dei normali adattamenti che l’organismo femminile adotta quando si trova ad affrontare l’attesa di un figlio, in particolar modo nel primo e terzo trimestre della gravidanza.
Tachicardia improvvisa
Un’insorgenza improvvisa e senza apparenti cause può essere associati ad anomalie degli impulsi elettrici alla base del battito cardiaco.
Talvolta, anche l’ansia e il panico possono presentarsi in modo inaspettato senza apparenti motivi scatenanti. In prima battuta, è consigliato di sondare eventuali problemi medici attraverso opportune indagini permette di chiarire l’origine dell’accelerazione del battito cardiaco.
Le cause
Osservare e stabilire le cause di insorgenza è importante per valutare l’opportunità di approfondimenti medici.
Tachicardia da ansia
Gli stress emotivi e le tensioni che accumuliamo quotidianamente sul nostro organismo rischiano di provocare conseguenze anche nel ritmo cardiaco.
Attraverso il corpo e, in particolare, con il battito del cuore si può segnalare uno stato di emergenza simile a quello sperimentato quando si sperimenta un’intensa emozione.
Tachicardia da cause fisiologiche
Anche condizioni mediche possono predisporre all’insorgenza di queste manifestazioni cliniche. In particolare pressione alta, aterosclerosi, cardiomiopatie e disfunzione della tiroide sono spesso associate alla tachicardia. Allo stesso modo l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti può comportare delle aritmie.
I valori
Per definire un ritmo cardiaco accelerato si utilizzano le pulsazioni al minuto come parametri di riferimento. Se raggiungono frequenze molto elevate, al di sopra di 100 al minuto, il cuore può faticare nel pompare efficacemente il sangue ossigenato nel sistema cardio-circolatorio.
In effetti, in condizioni normali il ritmo cardiaco è compreso tra i 60 e i 100 battiti al minuto.
Tachicardia cosa fare
L’accelerazione del ritmo cardiaco può essere considerata in alcuni casi un campanello d’allarme. In particolare, occorre prestare attenzione alla ricorrenza degli episodi e alla presenza di altri sintomi.
Può essere pertanto opportuno, in base alle circostante, approfondire lo studio dei sintomi eventualmente attraverso un’indagine elettrocardiografica per conoscere la natura del problema.
Curare lo stile alimentare, consumando abbondanti quantità di frutta e verdura, è un aspetto importante per garantire la salute psico-fisica.
Evitare alcuni cibi di sera, tra cui cioccolato, tè, caffè, cacao e superalcolici, può limitare l’insorgenza di questi disturbi. Anche uno stile di vita sano, riducendo le fonti di stress, aiuta a non sovraffaticare il muscolo cardiaco.
I rimedi naturali
Insieme alle buone e sane abitudini di vita, anche alcuni utili rimedi naturali possono aiutare a favorire il benessere del cuore. Gli oli essenziali, ad esempio, rappresentano un vero toccasana per la capacità di indurre uno stato di rilassamento. L’olio essenziale di gelsomino favorisce un effetto calmante e sedativo sul sistema nervoso in modo da alleviare tensioni e ansie. Anche gli oli essenziali di camomilla e maggiorana agiscono rilassando gli individui più ansiosi. Proprietà cardioprotettive sono inoltre associate ad una pianta come il biancospino, in cui sono presenti flavonoidi in grado di prevenire malattie cardiovascolari e combattere il colesterolo.
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Ultimo aggiornamento il 24 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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