Tilapia, tutto sul pesce più mangiato al mondo
La tilapia indica diverse specie di pesci appartenenti alla famiglia dei ciclidi. In particolare, le specie Oreochromis niloticus e Aurea sono le più conosciute, ed utilizzate negli allevamenti. Si tratta infatti di un pesce che si presta ottimamente ad essere allevato. A livello mondiale è la seconda specie più allevata dopo la carpa.
Curiosità: esiste una specie del Lago di Tiberiade in Galilea che è proprio il famoso pesce della parabola descritta nel Vangelo.
Sommario
Perché la Tilapia?
Si tratta del prodotto ittico più low cost sul mercato e, di conseguenza, il più consumato su scala globale.
Grazie ad una dieta prevalentemente vegetariana, alla notevole velocità di crescita e la sua capacità di vivere anche in acque inquinate, caratteristiche che abbattono i costi dell’allevamento, questo pesce si è imposto di prepotenza sui mercati europei e americani.
Si esporta soprattutto da Cuba, dove l’allevamento intensivo è praticato da anni ’80. Viene commercializzato sotto forma di blocchetti congelati di ‘polpa di tilapia diliscata’, molto utilizzati sia nei paesi dell’Est che in Europa e negli USA.
Le carni della Tilapia si caratterizzano per un sapore delicato e per un bassa esposizione al mercurio. Essendo infatti un pesce vegetariano non tende ad accumulare questo metallo. Inoltre è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali come fosforo e potassio (100 grammi di prodotto cotto contengono 128 calorie e 26 grammi di proteine).
La dieta prevalentemente vegetariana comporta però anche un rovescio della medaglia. Non permette a questo pesce di accumulare acidi grassi tipo Omega 3, che è una delle principali ragioni per la quale è consigliato assumere pesce. Questo nutriente risulta essere quasi inesistente nel Tilapia.
Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che inserirlo nella dieta può addirittura peggiorare le infiammazioni, portando a malattie cardiache, artrite, asma e tantissimi altri gravi problemi di salute.
Filetto di Tilapia
In Italia piccoli allevamenti riforniscono gli specchi d’acqua dedicati alla pesca sportiva a pagamento e riforniscono avannotti per il ‘diserbaggio biologico’ delle risaie.
Purtroppo i filetti di Tilapia sono spesso spacciati per il filetto di pesce persico. Sono molto simili a questa varietà ben più costosa.
Allevamento della Tilapia
La Tilapia è quasi interamente un pesce di allevamento che di norma è fatto su scala industriale.
In natura la Tilapia si nutre di alghe e pianti lacustri. Ma si adatta benissimo in vasca, e può essere allevata con acqua riscaldata da scarichi termici industriali (acciaierie, fornaci, centrali elettriche, geotermia).
Gli allevamenti, il cui obiettivo principale è far crescere i pesci più velocemente possibile, li ingrassano con un’alimentazione non naturale a base di mais e soia OGM. Gli stessi alimenti contro cui le associazioni ambientaliste si battono da anni per farli eliminare dalla Comunità Europea.
I pesci di allevamento possono contenere fino a 10 volte la quantità di inquinanti organici, che causano il cancro rispetto alla varietà selvatica, a causa dell’alta concentrazione di antibiotici e pesticidi.
La Tilapia fa male o fa bene?
A causa delle condizioni di sovraffollamento dell’acquacoltura in cui sono costretti, nutrendosi loro malgrado dei loro stessi scarti, i pesci d’allevamento sono esposti ad innumerevoli malattie.
Per permetterne la sopravvivenza i proprietari degli allevamenti li ‘imbottiscono’ di antibiotici e li trattano con pesticidi per combattere i pidocchi di mare. Tali pesticidi sono poi rilasciati in mare dove sono liberi di contaminare altre forme di vita marina.
Addirittura, sono stati riscontrati livelli di diossina, un prodotto chimico molto tossico che può contribuire allo sviluppo del cancro, fino a 11 volte più alti nei pesci di allevamento rispetto ai pesci selvatici.
Una volta che la diossina entra in circolo nel nostro sistema richiede un tempo eccezionalmente lungo per essere smaltita, dai 7 agli 11 anni circa.’
Negli ultimi anni è stata la Cina ad imporsi sul mercato globale come principale fornitore di Tilapia d’allevamento.
Peccato che, come moti altri prodotti made in China, gli standard di sicurezza non siano esattamente a norma. Anzi, un rapporto del servizio di ricerca del Dipartimento statunitense all’agricoltura ha messo in discussione il fatto che i pesci sono spesso allevati in acque dove si nutrono di scarti di pollame e bestiame, passando al mangime solo quando il pesce è cresciuto, e questo per tagliare i costi.
Infine, il filetto di Tilapia surgelato viene spalmato con una sostanza contenente monossido di carbonio (altamente tossico per l’uomo) per conservare il colore del pesce e farlo sembrare più fresco.
A proposito, ecco la nostra guida per riconoscere il pesce fresco
La Tilapia non è un pesce sicuro
Viviamo in un mondo sempre più ammalato ed inquinato. È una nostra responsabilità stare attenti a quello che portiamo in tavola. Prestiamo attenzione alla nostra spesa: compriamo, se possibile, italiano, biologico, km zero, perché la nostra dieta non ha effetti solo sul peso o sulla salute ma anche e soprattutto sull’ambiente.
Quel minuto in più al supermercato passato a leggere gli ingredienti, non è tempo sprecato, ma è un minuto di vita in più che guadagniamo e 60 secondi in più che regaliamo alla Terra.
Tilapia buttikoferi
Della famiglia dei ciclidi ne esiste anche uno, la Tilapia Buttikoferi, che non è allevata per scopi alimentari, ma come pesce da acquario.
È molto robusto, onnivoro, e riproducendosi facilmente, oltre ad avere un piacevole livrea zebrata, ha un carattere tranquillo. Solo però, in età giovanile. Dopo 2 anni tende però a diventare grosso e decisamente aggressivo. Fino ad arrivare ad uccidere tutti gli altri pesci presenti in vasca.
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Ultimo aggiornamento il 21 Giugno 2018 da Rossella Vignoli
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