Trifoglio: proprietà e usi dell’erba amica delle donne
Il trifoglio è un’erbacea molto apprezzata sia come pianta ornamentale nei giardini, che come pianta officinale in fitoterapia per le sue virtù benefiche. Considerato da sempre un’erba sacra e miracolosa, il trifoglio è un fitoestrogeno naturale, fonte preziosa di molte sostanze nutritive. Conosciamo le sue proprietà e gli usi in una guida pratica tutta dedicata a questa pianta officinale cara alle donne.
Sommario
Il trifoglio ha una storia antica. I Druidi celti, i Greci e i Romani, già nell’antichità, lo veneravano per le sue proprietà curative e medicamentose. Non a caso, Discoride e Galeno parlavano del trifoglio come di un’erba capace di guarire le ferite lasciate dai morsi dei serpenti velenosi. Plinio il Vecchio, dal suo canto, conforma nei suoi scritti che si tratta di una pianta sacra e magica che neanche i serpenti osano toccare…
La tradizione popolare, infine, ci ricorda che in rarissimi casi questa pianta erbacea spontanea tanto diffusa nei nostri prati può produrre 4 foglie (quadrifoglio) e diventare simbolo di buona sorte. Se ne trova 1 ogni 10.000, ma quando accade è come vivere un piccolo miracolo.
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In fitoterapia ed erboristeria, il trifoglio è considerato una pianta officinale molto utile per le sue proprietà curative e benefiche.
E’ ricco di vitamine, sali minerali e altre sostanze nutritive importanti per il benessere dell’organismo ed è un’erba amica delle donne poiché il suo fitocomplesso è ricco di fitestrogeni naturali che contrastano l’azione dei radicali liberi e gli scompensi della menopausa.
Ecco tutto quel che c’è da sapere sul trifoglio, un’erbacea buona e bella, coltivata nei giardini come pianta ornamentale per il suo portamento tappezzante, ordinato e compatto che in botanica lo fa classificare anche come infestante.
Trifoglio pianta
Il trifoglio è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee (leguminose). Il genere Trifolium comprendente circa 300 specie, tutte diffuse nelle regioni temperate dell’emisfero boreale e in quelle montuose dei tropici. Il suo nome è ispirato alla forma della foglia divise in tre, anche se esistono varietà che possiedono 4, 5 o 7 foglioline.
Si tratta di un’annuale o biennale che in alcuni casi si comporta anche come perenne. Durante il suo sviluppo può raggiungere i 30 centimetri di altezza ed è molto apprezzato nei giardini come ornamentale poiché tende a tappezzare i terreni in modo compatto e ordinato. Questa erbacea si divide principalmente in 2 varietà:
- Il trifoglio rosso (o trifoglio dei prati)
- Trifoglio bianco (o ladino)
Durante la fioritura, il trifoglio si colora di sfumature brillanti e vivaci che, a seconda della varietà, spaziano dal rosso porpora, al bianco passando per il rosa e il viola intenso. In genere, questa erbacea non tollera il freddo intenso e predilige i terreni argillosi ad altri tipi di suoli. L’importante è che non debba vivere in condizioni di eccessiva umidità e che il terriccio sia ben drenato.
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La crescita del trifoglio è rapida (2-15 giorni dalla semina) e i primi germogli lobati fanno capolino già dopo le prime 48 ore. Per questo motivo è una pianta molto diffusa nei prati, nei boschi e nelle campagne, utilizzata nei pascoli come foraggio per il bestiame e impiegata anche nelle rotazioni agrarie per la rigenerazione dei terreni tra una coltura e l’altra.
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Trifoglio Rosso
Il trifoglio rosso (Trifolium pratense) è una pianta erbacea perenne molto diffusa e coltivata come erba da foraggio in diverse parti del mondo. E’ una delle varietà di trifoglio più utilizzate in fitoterapia per le sue proprietà curative contenute sopratutto nei fiori. Essi, infatti, sono una preziosissima fonte di minerali (calcio, cromo, magnesio, fosforo e potassio) e vitamine, tra cui A, B12, K, E, C.
Il fitocomplesso del trifoglio rosso è il più ricco di isoflavoni, estrogeni naturali che favoriscono l’equilibrio ormonale nell’organismo. Queste sostanze si rivelano molto utili in particolare al benessere delle donne in menopausa, poichè aiutano a contrastare in modo naturale i disturbi tipici (nervosismo, osteoporosi e vampate) e della sindrome premestruale.
Un’altra importante proprietà del trifoglio rosso è quella antiossidante che lo rende un ottimo alleato contro l’azione ossidante dei radicali liberi che causano l’invecchiamento cellulare. Inoltre, è una buona fonte naturale di cumarine, composti aromatici che aiutano a migliorare la circolazione del sangue.
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Sembra, infine, che il trifoglio rosso sia utilizzato anche come coadiuvante della fertilità. Pare, infatti, che il consumo regolare di trifoglio rosso sia associato fin dall’antichità a molti benefici sulla produzione di ormoni femminili indispensabili alla riproduzione.
Trifoglio benefici e utilizzi
Al trifoglio sono state attribuite molte altre proprietà benefiche, tra cui:
- Espettorante
- Antispastica
- Antinfiammatoria
- Regolatrice delle secrezioni ghiandolari
- Antieczematosa
L’infuso a base di trifoglio è uno dei rimedi naturali più antichi per la cura di bronchiti, tosse, infiammazioni intestinali e disturbi della menopausa. Il trifoglio dal fiore bianco,inoltre, è anche una delle principali fonti di sostentamento delle api perché i suoi fiori rappresentano un’ottima fonte di nettare.
Il trifoglio dal fiore giallo, invece, è lo stesso citato da Omero nell’Odissea: da sempre utilizzato nella medicina popolare come rimedio contro depressione, insonnia e palpitazioni. Non bisogna dimenticare, infine, il Trifolium dubium e il Medicago lupulina, due tipi di trifoglio selvatico che in Irlanda vengono portati all’occhiello il giorno di San Patrizio. Nell’antichità, queste erbe venivano usate per la cura di edemi ed abrasioni cutanee.
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Oggi il trifoglio è utilizzato per uso esterno sotto forma di tisana per il trattamento della sindrome del colon irritabile, cistiti, uretriti e coliche renali. I fiori svolgono sulle vie respiratorie un’azione espettorante, utile in caso di malattie da raffreddamento, tosse secca e irritativa, laringite e bronchite. Solitamente, viene prescritto per contrastare i sintomi e i disturbi della menopausa in dosi consigliate che vanno dai 40 agli 80 mg di isoflavoni.
Le controindicazioni
Anche se le indagini cliniche svolte sui possibili effetti collaterali derivanti dall’assunzione regolare di estratti di trifoglio non riportano casi di tossicità o effetti collaterali significativi, questa erba non è raccomandata alle donne in gravidanza o affette da endometriosi, fibromi uterini e tumori al seno, alle ovaie o all’utero. È sconsigliata l’assunzione anche per gli uomini in caso di carcinoma della prostata.
Trifoglio in cucina
Il trifoglio rosso può essere utilizzato in cucina come ingrediente per preparare risotti, gustose insalate o saporite minestre. I fiori possono essere consumati gratinati, brasati o in accompagnamento a misticanze selvatiche. Una ricetta ottima per consumare il trifoglio è quella dello sformato di trifoglio pratense. Ecco gli Ingredienti necessari:
- 1 kg di trifoglio dei prati
- pancetta affumicata
- cipolla
- 50 gr di besciamella
- 2 uova
- parmigiano grattugiato
- olio extravergine di oliva
- burro
- sale e pepe
Per quanto riguarda la preparazione, fate lessare il trifoglio in acqua salata per un paio di minuti e trasferitelo poi in una padella antiaderente per rosolarlo con olio e un trito di cipolla e pancetta. Versate il tutto nel mixer e lavoratelo fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
Mischiatelo con la besciamella, formaggio grattugiato e le uova sbattute. Trasferite in uno stampo per ciambella precedentemente imburrato e cuocete a bagnomaria.
Ultimo aggiornamento il 25 Marzo 2018 da Rossella Vignoli
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