Un aiuto dall’energia solare nelle emergenze come il terremoto del Nepal
L’energia solare nei disastri ambientali e in situazioni di emergenza offre un aiuto perché permette di avere subito elettricità, potabilizzazione dell’acqua e comunicazioni, senza dover ricorrere al trasporto di combustibile.
Era il 25 aprile quando la prima scossa di magnitudo 7,8 della Scala Richter fece 8mila morti in Nepal. Sono trascorsi quasi due mesi e la situazione non si è ancora normalizzata. Colpa di uno stato poverissimo che non ha i mezzi necessari per gestire prima l’emergenza e poi la ricostruzione. Tuttavia il Paese è stato soccorso da diversi privati eassociazioni non profit provenienti da tutto il mondo.
In Nepal c’era anche una società si occupa di fornire generatori ad energia solare agli ospedali che affrontano situazioni di emergenza come queste, ma anche a scuole ed aziende agricole. La SunFarmer insieme ad alcune ONG locali ha donato alle piccole cittadine nell’area di Kathmandu dei depuratori d’acqua e generatori ad energia solare, che si rivelano indispensabili in situazioni come queste perché i generatori a nafta in condizioni come queste non possono funzionare per mancanza di combustibile.
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Acqua potabile e luce sono due impellenti necessità in situazioni di disastro, assieme all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), operano anche aziende no profit come D.light, che durante il terremoto di Haiti, nel 2010, s’impegnò nell’offrire centinaia di lanterne solari, utili per ricaricare i telefonini delle squadre di soccorso e ripristinare le comunicazioni nei luoghi colpiti.
Stesso discorso per Gham Power, una società di micro-grid basata in Nepal, mentre Ikea Foundation, in collaborazione con l’UNHCR, ha sviluppato, dopo molti anni di ricerche, Better Shelter, un rifugio temporaneo ad illuminazione solare per profughi e sfollati; in Nepal ne sono stati inviati ben 10.000, e non è necessario possedere attrezzature per montarlo.
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Le micro-reti, ovvero sistemi di dimensioni ridotte in grado di stoccare e conservare energia e di rimanere collegati ad altri sistemi formando una mini-rete di distribuzione, sono state particolarmente utili per ripristinare la fornitura di energia elettrica nella zona orientale degli Stati Uniti, subito dopo il passaggio dell’uragano Sandy; in Italia, Enel sta realizzando il suo primo progetto: a Isernia, la rete viene seguita e controllata in remoto tramite la banda larga.
L’energia pulita è un ottimo sistema per aiutare una nazione a riprendersi dopo un disastro di enormi proporzioni; ma è anche utile a sviluppare una rete elettrica e di comunicazione di ultima generazione.
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Ultimo aggiornamento il 19 Febbraio 2024 da Rossella Vignoli
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