Un cemento che si ripara da solo!
L’asfalto drenante, utilizzato soprattutto sulle strade ad alto scorrimento di tutto il mondo, in particolare nel Nord Europa, riduce l’inquinamento acustico e scarica l’acqua di superficie in modo più efficace.
Ma c’è un rovescio della medaglia: non è molto resistente e può danneggiarsi nel giro di pochi anni.
Per far fronte a questo problema, Erik Schlangen, professore di ingegneria presso la University of Technology di Delft, in Olanda, si è inventato un tipo di asfalto in grado di auto-ripararsi, con una resistenza doppia rispetto a quella della tradizionale varietà drenante.
Schlangen spiega: “Nonostante l’asfalto drenante abbia molti vantaggi, le sue stesse caratteristiche lo portano, però, ad avere problemi di durata nel tempo. Per esempio, proprio per la sua porosità, si ossida molto più velocemente rispetto all’usuale asfalto: di conseguenza, il bitume diventa molto più fragile e tende a creparsi con maggiore facilità“.
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Se non si interviene prontamente, le crepe sono destinate ad aumentare e a crescere fino a diventare grandi buche, in grado di danneggiare i veicoli e causare gravi incidenti.
Una strada ricoperta di asfalto drenante ha una vita di circa 8 anni, trascorsi i quali lo strato superiore dovrà essere sostituito. La risposta del professor Schlangen a questo problema è l’idea di aggiungere dell’acciaio al mix di bitume.
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Egli infatti sostiene che, aggiungendo al composto una piccola quantità di fibre di lana d’acciaio (meno dell’1% del volume totale), grazie all’applicazione di una piastra ad induzione che la riscaldi, si possano chiudere queste pericolose microfessurazioni nel bitume, prima che si trasformino in danni irreparabili.
Anche se questo tipo di asfalto è più costoso di quello tradizionale, il risparmio è ovviamente da interpretare a lungo termine, specialmente nella riduzione drastica dei costi di manutenzione.
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Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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