Uva ursina: tutte le proprietà della bacca che cura la cistite
L‘uva ursina deve al suo nome al botanico francese Michel Adanson, che nel 1763 classificò per primo la pianta con il termine greco actòs che significa ‘orso’, in riferimento alla credenza popolare secondo cui gli orsi ne andrebbero ghiotti. Ma fu il farmacologo Girardi a scoprirne per primo proprietà e benefici connessi al suo utilizzo fitoterapico.
Pressocchè sconosciuta a greci e latini, l’uva ursina è una pianta arbustiva, appartenente alla stessa famiglia del mirtillo (Ericaceae) e molto popolare nelle regioni dell’emisfero settentrionale del Globo, in particolare Canada, Caucaso, Siberia e Nord Europa. In Italia si scorge solo nelle zone montuose e nelle brughiere alpine e appenniniche, fino a 2400 metri di altitudine.
Nella tradizione popolare, la pianta è anche nota come uva orsina, uva selvaggia o uva dell’orso, poiché pare che le sue bacche siano molto gradite agli orsi.
In fitoterapia, si utilizzano prevalentemente le foglie che possono essere raccolte tutto l’anno per poi essere essiccate e conservate in contenitori di vetro o porcellana.
Proprio le foglie sono ricche dei principi attivi più importanti tra cui arbutina, acido gallico, tannini, iridoidi, flavonoidi, acido ursolico e uvaolo. A queste sostanze sono collegate le principali proprietà benefiche veicolate dal consumo di quest’uva.
Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Uva ursina: la pianta
Si tratta di un piccolo arbusto sempreverde che raggiunge al massimo i 30 centimetri di altezza. Il portamento di rami e foglie è strisciante e nelle condizioni ideali diventa tappezzante.
Le foglie di colore verde scuro vengono rinnovate dalla pianta ogni 3 anni. Cresce bene nei luoghi ombreggiati come boschi, sottoboschi, sassaiole e terreni rocciosi.
La fioritura avviene da maggio a giugno con fiori rosa tenue raccolti in grappoli che lasciano il posto a bacche rosse (drupe) commestibili dal sapore delicato e gradevole.
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Le proprietà
La pianta è nota fin dall’antichità per l’azione antibatterica e antinfiammatoria data dalla sinergia dei principi attivi presenti nel suo fitocomplesso. Questo la rende un rimedio naturale molto adatto alla cura delle affezioni del tratto urinario, come la cistite, e per tutti quei disturbi di origine batterica che determinano stati infiammatori anche cronici e recidive frequenti. Da qui, l’azione antimicrobica, antinfiammatoria e calmante.
Il principale principio attivo a cui è imputata questa azione benefica è l’arbutina, un antibatterico naturale che prima di raggiungere le vie urinarie subisce una trasformazione nell’intestino e libera una particolare sostanza capace di neutralizzare i batteri presenti nel tratto urogenitale.
Questo processo è favorito da un ambiente basico, per cui è consigliabile mangiare molta frutta e verdura a foglia larga per massimizzare gli effetti dell’uva ursina. In alternativa è possibile consumare piccole quantità di bicarbonato di sodio per alcalinizzare le urine. I tannini contenuti nell’uva ursina, inoltre, svolgono un’azione astringente che risulta utile per il trattamento della diarrea e delle infezioni urinarie accompagnate da minzione dolorosa e forte bruciore.
In cosmesi, l’uva ursina è utilizzata come sbiancante naturale per la pelle, poiché inibisce un enzima che trasforma la tiroxina in melanina e da origine alle macchie solari.
Usi e applicazioni
L’uva ursina può essere prescritta dal medico curante per la cura di :
- cistite acuta e cronica
- uretrite
- colobacillosi
- ipertrofia prostatica
- cistiti da catetere
Le preparazioni comuni sono l’infuso, il decotto o il macerato freddo. Attraverso questi preparati si favorisce l’attività diuretica cion un conseguente beneficio per le vie urinarie.
Per farsi un infuso è sufficiente 1 cucchiaio di estratto secco in 1 tazza di acqua bollente per circa 15 minuti e poi filtrato. Bevuto 4 volte al giorno lontano dai pasti è un antimicrobico naturale molto efficace e potente.
Nelle erboristerie e nei negozi specializzati, l’uva degli orsi è disponibile anche sotto forma di tintura madre che costituisce un’alternativa all’infuso, in dosi che normalmente prevedono 50 gocce sciolte in poca acqua da assumere 3 volte al giorno lontano dai pasti.
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Controindicazioni
In caso di gravidanza, allattamento e insufficienza epatica o renale l’uso è sconsigliato. In periodi di assunzione prolungati, inoltre, possono verificarsi irritazioni alla mucosa gastrica, nausea e vomito.
L’utilizzo non dovrebbe superare i 10-12 giorni consecutivi, e attenersi strettamente alle indicazioni fornite dal proprio medico curante o da un esperto specializzato.
Durante l’assunzione è buona norma bere almeno 2 litri di acqua al giorno. In concomitanza di trattamenti, inoltre, possono verificarsi riduzioni dell’attività disinfettante dell’uva ursina se abbinata ad alimenti o piante ricchi di vitamina C.
I trattamenti non devono essere replicati più di 5 volte l’anno.
Altre indicazioni
Trovate diverse erbe che hanno proprietà antinfiammatorie e sono perfette per la cura del tratto urinario come l’uva ursina:
- Erica, amica delle vie urinarie, è diuretica, antisettica, astringente e antinfiammatoria
- Gramigna per calcoli urinari, infezioni urinarie e coliche nefritiche
- Issopo, dal buon profumo, ideale contro tosse, asma, raffreddore e cistite
- Mirto, è balsamico, antinfiammatorio e astringente, cura la cistite ed emorroidi, aiuta la digestione
- Ortica, cura i capelli ma è utile anche in caso di anemia, artrite, cistite e diarrea perché ricca di acido folico e ferro
- Parietaria, utile contro mal di gola, tosse e cistite, indicata per i disturbi renali e le infiammazioni
- Ribes nero, pianta antinfiammatoria e antistaminica, utile contro congiuntivite, allergia e stanchezza
- Timo, usato in cucina e come antinfiammatorio le vie urinarie e l’apparato respiratorio, grazie all’azione balsamica e fluidificante lenisce la tosse, la bronchite e il raffreddore
- Verga d’oro, cura le infezioni delle vie urinarie, è diuretica e antinfiammatoria, utile contro ritenzione idrica, cellulite, gotta ed iperuricemia.
Ultimo aggiornamento il 9 Marzo 2018 da Rossella Vignoli
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