Verdure energizzanti: come produrre energia elettrica da spinaci e silicio
Il cartone animato Braccio di Ferro ci ha insegnato, in maniera ludica, quale possa essere il potere nutritivo degli spinaci. Ma che queste erbe potessero divenire una sorgente utile e pulita per la produzione di corrente elettrica nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo, eccezion fatta forse per un team di ricercatori americani.
I ricercatori della Vanderbilt University sono partiti da un punto fermo: gli spinaci contengono la Photosystem1, una proteina foto-sintetica capace di convertire la luce in energia elettrochimica. Una serie di esperimenti ha permesso di mettere a punto una tecnica capace di combinare la proteina in questione con il silicio, materiale presente nelle celle solari.
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I risultati? Sorprendenti, come hanno precisato gli autori della scoperta: si produce più corrente elettrica rispetto alle celle solari bio-ibride, in una proporzione di quasi 1000 volte superiore rispetto all’accostamento tra la proteina e vari tipi di metalli.
Decisamente superiore anche il potenziale di voltaggio, tanto che si punta entro tre anni a organizzare efficaci tecnologie di conversione solare. Un obiettivo che necessariamente passerà per la costruzione di un pannello solare PS1-silicio in grado di produrre almeno 100 milliampere volt, quota sufficiente ad attivare diversi strumenti elettrici.
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L’innovazione porterebbe con sè una serie di vantaggi, anzitutto economici e pratici. Queste cellule bio-ibride infatti si possono costruire con materiali di basso prezzo e facile reperimento, a differenza di molti dispositivi microelettronici che richiedono materiali rari e costosi, basti pensare, per citare qualche esempio, al platino o all’indio.
Inoltre, la PS1 è una proteina che si può trovare in molte altre piante, come il kudzu, rampicante che il gruppo di ricerca del Tennessee sta sottoponendo ad un progetto di ricerca parallelo.
L’ennesima dimostrazione che la natura si propone come un’inesauribile contenitore di soluzioni per la produzione di energia a impatto zero. Sta all’uomo applicare nella giusta misura le tecnologie, gli investimenti ed il sapere a disposizione.
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Ultimo aggiornamento il 21 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
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