Dal brodo di giuggiole al ‘Giuggiolone’ : antichi frutti tornano in auge
Quando il processo di trasformazione di una materia prima non toglie e non aggiunge nulla a quello che diventerà il prodotto finale, ma anzi, tenta di riconciliarsi alla tradizione e alle antiche ricette del territorio senza apportare inutili sofisticazioni, il risultato che si ottiene è quasi sempre un’eccellenza enogastronomica destinata ad essere apprezzata da un pubblico ben più vasto dei professionisti.
È il caso del ‘Giuggiolone’, il vino ricavato dal succo delle giuggiole che Martina Buccolini – dell’azienda marchigiana Si.Gi – produce con passione assieme alle conserve, le gelatine, i sott’olii e le marmellate prive di glutene ricavate da ciò che la terra offre, attraverso una continua ricerca e riscoperta delle origini, dell’autenticità di un territorio più che mai fecondo.
GLI ALTRI VINCITORI DEGLI OSCAR GREEN:
- Cosmetici green alle erbe alpine
- Luffa, le spugne fatte con la zucca
- Le trote? Meglio allevarle nell’acqua di sorgente
- Eco-design: mobili dalla fibra di fico d’India
Grazie a questa ricerca, Martina ha riportato in auge ricette di casa dimenticate, tradizioni contadine quasi perdute, antiche colture e frutti che oggi non trovano più posto sui banchi dei supermercati ma che hanno ancora tanto da raccontare. È per tutti questi motivi che la giovane imprenditrice marchigiana ha conquistato l’Oscar agricoltura green 2013 di Coldiretti ‘Esportare il territorio’, assegnato all’ormai famoso vino di giuggiole.
Il ‘Giuggiolone’ e le altre prelibatezze dell’azienda Si.Gi. riabilitano, di fatto, frutti dimenticati ma ancora preziosi. Prodotti realizzati rigorosamente a mano, con materie prime di altissima qualità e con una missione particolare: ridare il giusto valore a quelle varietà locali antiche e a quei frutti selvatici che stanno scomparendo dalle nostre tavole e dalle nostre memorie.
SCOPRI ANCHE: 6 frutti dimenticati da riscoprire
Confetture, gelatine, sott’olii, salse di frutta, condimenti, realizzati integralmente a mano, attraverso l’utilizzo di strumenti semplici, come il passaverdure a diverse grandezze, e metodi di cottura tradizionali, come la bollitura a pentola aperta. Nessun addensante chimico, conservanti o coloranti, ma tecniche di conservazione al naturale e rispetto dei cicli stagionali; ‘un forte legame con il passato e uno sguardo sempre rivolto al futuro’.
Ultimo aggiornamento il 3 Novembre 2019 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.